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Al ritmo dello scarto


 

Al ritmo dello scarto

LATIN LATAS

Bogota | Colombia

 

I Latin Latas suonano qualsiasi tipo di musica, inclusa la Cumbia tradizionale colombiana, e qualsiasi tipo di cosa - i loro strumenti sono fatti completamente di ... rifiuti.

Tutto è iniziato quando lavoravo in un'area molto difficile con bambini con seri problemi - racconta Andrea Latas, fondatrice di Latin Latas -. Insegnavo musica in un progetto sui diritti umani e non avevamo soldi per gli strumenti. Invece, quello che avevamo era un sacco di spazzatura. Sono sempre stata connessa con la natura, la Terra, la vita. Ero preoccupata per l'ambiente e ho collegato questo con il mio amore per la musica: abbiamo iniziato a fare musica e essere attenti all'ambiente allo stesso tempo. Era Natale. Abbiamo raccolto e “riciclato” alcune canzoni natalizie, usando le stesse parole per cantare cose diverse. Siamo andati in vari posti a Bogotà con la nostra performance, è stato molto bello. È così che è nata l'idea. Poi, con alcuni amici più esperti, abbiamo iniziato a creare più cose, chitarre, ma anche alcuni strumenti tradizionali colombiani.

Fin dall'inizio il loro progetto ha avuto due obiettivi principali: l'istruzione e l'ambiente.

Insegniamo alla gente, bambini e adulti, a fare strumenti con la loro spazzatura, questa è la parte educativa. Dal punto di vista ambientale, le persone sanno di più sul consumo e su come riutilizzare le cose. In questo paese, con i venditori di droga, abbiamo la cultura dei soldi facili. Noi mostriamo ai giovani che il denaro non è l'unica via. Non hai bisogno di soldi per mettere insieme una rock band.

E cosi l'hanno fatto. Ispirati da altri e apprendendo su Internet.

C'è un movimento culturale globale di gruppi che suonano usando rifiuti. Ci sono molte band, ma spesso non hanno altri valori alla base. Abbiamo cercato di sperimentare, guardando su Internet e imparando dai nostri stessi errori. Sono già otto anni di taglia e cuci ... abbiamo raggiunto un punto in cui otteniamo un’acustica molto buona. I tecnici ai concerti all'inizio ridono di noi, ma poi vengono a scusarsi - non riescono a immaginare che cartoni o scatole di cioccolatini possano suonare in questo modo.

La nostra intervista è stata fatta in realtà metà chiacchierando e metà ascoltando la sua musica. Andrea ci ha mostrato tutti gli strumenti in giro, essendo in grado di suonarli tutti. Ha cantato con un microfono ricavato da un asciugacapelli e con un sistema audio riciclato da diversi cavi elettrici. Anche il centro culturale in cui lavorano e la sua casa privata sono stati fatti seguendo la filosofia dei rifiuti zero.

La mia casa è completamente fatta con materiale riciclato, rifiuti. Ho pannelli solari, un bagno a secco, un orto biologico e animali che ho raccolto dalla strada, 12 cani. Vivo fuori Bogotà, non riesco a respirare l'aria della città e volevo imparare a produrre il cibo. Dipendiamo tutto il tempo dal comprare, dal governo. Dobbiamo crearci una via nostra.

Andrea riesce a essere quasi completamente a rifiuti zero, le uniche cose che usa sono la macchina (non c'è trasporto pubblico tra casa sua e Bogotà e per la bicicletta è troppo lontano) e un po' di imballaggi (non sempre è possibile evitarli); inoltre consuma carne (dopo molti anni da vegetariana, il dottore le ha detto che deve tornare a mangiare carne se vuole limitare la sua emicrania). D'altra parte, produce i suoi cosmetici, vestiti, bigiotteria, mobili e la sua stessa casa. Ma anche una vita a rifiuti zero richiede denaro.

Siccome lavoriamo con la spazzatura e facciamo attività sociali, la gente pretende che facciamo tutto gratis. Ci invitano per dei festival, pagano tutti, ma a noi chiedono di farlo come volontariato. Dobbiamo combattere per far si che le persone apprezzino il nostro lavoro. Dobbiamo spiegarli che anche noi mangiamo.

Fortunatamente sono diventati abbastanza famosi, sia in Colombia che all'estero. Con i concerti sono in grado di autosostenersi e finanziare il loro progetto sociale.

L'anno prossimo abbiamo un progetto con i giovani, vengono da aree con scarse possibilità e insegneremo loro tutto ciò che sappiamo. Per starci dentro finanziariamente, oltre ai concerti, faremo del crowdfunding, i ragazzi prepareranno strumenti per venderli. Faremo chitarre, marimbas, anche strumenti popolari colombiani, flauti, tutto con un bel design. I giovani vengono perché vogliono, è un'opportunità per loro di imparare qualcosa. Li aiutiamo solo con il trasporto, dando loro dei soldi. Il resto è per loro. È anche un modo per costruire pace, che è una parte importante del nostro lavoro. Non è facile lavorare in un paese così diviso e sono felice di riuscire a collaborare con entrambe le parti in conflitto. Abbiamo lavorato con guerriglieri, partigiani, abbiamo tenuto concerti durante i loro incontri, conoscono il nostro progetto e gli piace. D'altra parte, lavoriamo per presidente e governo. Entriamo in entrambi i mondi, facendo parte del cambiamento. Cerchiamo di non avere limiti nel nostro progetto e suoniamo anche diversi tipi di musica, così persone diverse possono ascoltare e trovarcisi. Non voglio etichette. Abbiamo suonato per comunità indigene, in alberghi di lusso, quartieri poveri. Facciamo un cammino differente.

Andare per un cammino differente è di solito una scelta impegnativa.

La Colombia è un paese enorme; ho vissuto in una famiglia con un sacco di soldi, ma non ne ho avuto accesso come mio fratello, abbiamo padri diversi. Non appartenevo a nessuno dei mondi, non avevo soldi per appartenere al mondo dei ricchi, ma la gente da fuori pensava che li avessi e quindi non potevo unirmi nemmeno a loro. Stavo nel mezzo. Osservavo il paese in cui viviamo, con molte ingiustizie e fin da bambina volevo aiutare le persone. Il resto della mia famiglia non è così. Sono un artista, l'unica della famiglia. Ho ascoltato molta musica, anche quella dei ribelli. Volevo mandare un messaggio attraverso la musica, cambiare qualcosa. Quei bambini con cui ho iniziato a lavorare ... era orribile. Uno dei posti più difficili, violenza, aggressione, pulizia sociale, i militari li uccidevano ... Dobbiamo proteggere la vita, aiutare le altre persone a capire che siamo tutti connessi.

E la mancanza di connessione è ciò che rende le persone passive.

Le persone sono disconnesse. Parliamo dell’ambiente come qualcosa al di fuori di noi stessi, ma noi siamo l’ambiente! Quand’è che il nostro cervello ha perso la connessione con la vita? Con il pianeta? Tutti ce l'hanno, gli animali sono connessi, non ci pensano, fanno parte del ciclo.

Connettersi, quindi. E guardarsi dentro.

Guardati dentro, osserva le emozioni. Credo che le emozioni siano il motore della vita. Senza di loro le persone non possono fare nulla. Non possono connettersi con la vita, hanno il pilota automatico. La tv, la politica ci bombardano di informazioni, siamo distratti, troppo concentrati su ciò che sta fuori. La vita è qualcosa di più. Nel momento in cui smetti di guardare fuori e ti guardi dentro, tutto ha inizio.

 
 

Maggiori informazioni su Latas Latino: latinlatas.com

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