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Stare da sola


 

Durante il mio Erasmus, descritto nella precedente #MileStoneExperience, ho deciso di fare un altro Camino de Santiago, questa volta da sola. Ho scelto quello portoghese, partendo da Porto e arrivando, dopo circa 300 km, a Santiago. Due volte più breve del primo Cammino, ma impegnativo in quanto camminare da soli è un'esperienza completamente diversa rispetto al condividere la strada con un amico. Ho dovuto imparare a prendere un caffè con me stessa, a godermi le piccole cose intorno a me senza la possibilità di condividerle, a motivarmi nei momenti difficili, ad affrontare le sfide senza supporto esterno. E semplicemente come godermi il tempo con me stessa. Questa serie di post fa riferimento a eventi della mia vita che mi hanno portata ad abbandonare tutto e iniziare a viaggiare per il mondo e che si sono rivelati cruciali nel nostro nuovo stile di vita nomade. Stare da sola potrebbe non sembrare così indispensabile, dato che viaggiamo in coppia, ma alla fine mi ha salvato diverse volte. Fin dall'inizio ci siamo separati di tanto in tanto durante il viaggio - la prima volta a causa di una crisi che ci ha indotto a prendere strade diverse per ritrovare la volontà di stare insieme, e tutte le altre volte come una sorta di spazio cuscinetto per evitare altre crisi future. Fare il Cammino da sola in Portogallo è stato un esame importante che mi ha preparato ad affrontare viaggi in solitaria in Indonesia, Brasile o Colombia. Ma anche quando l'anno scorso in Europa abbiamo trascorso metà del tempo separati, seguendo le nostre passioni - Andrea è andato in un centro di permacultura in Austria mentre io ho fatto corsi di formazione e seminari in tutta Europa. Anche nelle migliori relazioni la capacità di stare soli con se stessi, di essere una persona completa, è un elemento essenziale.

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