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E' tempo di andare


 

Tre mesi e mezzo in Europa. Troppo, è già troppo. Sono successe un sacco di cose: nuovi contatti, il Corso per Changemaker si sta sviluppando più di quanto mi aspettassi, tante presentazioni. Ma sento veramente che è giunto il momento di ricominciare il viaggio. Ogni parte di me urla di mettersi in cammino, di tornare alla vita. Perché ciò che è vita per altri, per me è diventata solo una breve parentesi. Buona per un po', non a lungo. E' lo stesso richiamo che mi ha convinto a lasciare un lavoro da sogno in Ashoka, tutti i legami e le opportunità costruiti solo per essere al 100% me stessa, realizzarmi in tutto il mio potenziale. Mi manca il non essere in cammino, mi manca l'ignoto, essere qui e ora, scoprire qualcosa di nuovo ogni momento, mi mancano relazioni profonde costruite in poche ore. Mi manca la natura, i tramonti nel bel mezzo del nulla, mi manca vivere senza il calendario, ma con il tempo. Mi manca uno sguardo pieno di significato, interminabili discussioni su come cambiare il mondo, l'eccitazione che scatta al risveglio e svanisce poco prima di addormentarsi. Mi mancano la semplicità e le verità della vita implicita nelle domande che vale la pena rispondere e nei problemi che vale la pena risolvere. Sono stanca dell'Europa, del punto di vista occidentale, che mi sembra così irreale. Ancor meno di prima mi vedo capace di fare due chiacchiere su vestiti, negozi, party. Non so parlare del tempo, non mi interessa sorridere solo perché dovrei farlo. Un sacco di cose sono cambiate dentro di me. Ascolto di più, osservo più, parlo di meno. Sono molto più qui e ora, il che ha avuto conseguenze in molti aspetti della mia vita. So com'è vivere in accordo con me stessa. Capisco che è tempo di fare nuove conoscenze, creare nuove opportunità di collaborazione. Gli ultimi tre mesi sono stati meravigliosi, molto più di quanto mi aspettassi. Ma è abbastanza. Probabilmente se rimango troppo a lungo va a finire che zittisco quella vocina interiore che urla: vai, vai! Ci conosciamo già, so che devo ascoltarla. Ma la realtà è testarda. Si presenta con dubbi, consigli, chiedendo quando avrò finalmente una vita normale, stabile, seria, da adulti. Ebbene, cara realtà, e tutti voi che ve lo chiedete: questo vita per me è normale, adulta, seria. Per sempre, o almeno fino a quando non cambierò idea. C'è una vita più seria di quella attraverso cui realizzo le mie potenzialità, i miei sogni e contribuisco a cambiare il mondo? Una vita in cui ogni secondo ha un senso? In cui mi sento così assolutamente felice? No, non c'è niente di più serio a cui possa pensare.

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