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Viaggi spontanei - Puglia


 

Abbiamo deciso di utilizzare il periodo in Italia per viaggi spontanei, che non sono mai stati il nostro forte. Siamo appena tornati dopo 10 fantastici giorni in Puglia e abbiamo pensato di condividere con voi una descrizione giorno per giorno delle nostre avventure, per darvi un assaggio di come sia la vita quotidiana del viaggiatore.

Partiamo dal Giorno 0 - la scelta.

Abbiamo marcato il 26.06 come giorno di inizio del nostro viaggio spontaneo. Pochi giorni prima abbiamo inviato alcune richieste ai progetti workaway più interessanti nei paraggi, ma nessuno di loro ci ha accettato. Cosi il giorno prima della partenza abbiamo preso la decisione: andiamo in Puglia! Andrea aveva promesso molto tempo fa di portarci Anna, poiché è una delle parti d'Italia che preferisce, quindi perché non ora? All'inizio abbiamo pensato di andare molto a sud, a Lecce, e di tornare in bici verso nord (dato che abbiamo anche deciso di usare le biciclette, la prima volta per un viaggio lungo), ma un nostro amico di Lecce ci ha invitato per la presentazione del suo libro qualche giorno dopo. Un'ottima un'idea, quindi abbiamo iniziato a inviare alcune richieste su Couchsurfing

/ BeWelcome / Trustroots / Warmshowers Foundation in diverse parti della Puglia, piuttosto scettici sulla possibilità di ricevere risposte positive per 3 motivi: trovare un host in Italia è sempre stato difficile, specie se fatto all'ultimo minuto; la piattaforma Couchsurfing sta attraversando un periodo turbolento e molti utenti sono scoraggiati (e altre piattaforme non sono molto attive nella regione); inoltre alcune persone sono restie ad aprire le porte agli estranei vista la situazione col corona. Tuttavia, abbiamo ricevuto risposta quasi immediata da due persone nel Gargano e questo ha guidato la nostra decisione finale: si parte da li!

 

Giorno 1

Abbiamo impacchettato le nostre cose, comprato un kit di base per bici in caso di necessità e alle 10 abbiamo preso il primo regionale. Quel giorno avevamo in programma di prendere 5 treni per raggiungere Manfredonia, la città della prima persona che ci avrebbe ospitato. Ci sono treni diretti ma sono più costosi e, soprattutto, non accettano biciclette a bordo. Tutto è andato abbastanza bene fino all'ultimo cambio - da Foggia a Manfredonia. Sfortunatamente, il controllore non ci ha permesso di entrare con le biciclette, quindi dopo le 18 ci siamo resi conto che avremmo dovuto fare 40 km con la bici per raggiungere la nostra destinazione. Per esser chiari, siamo cicloturisti alle prime armi, dotati di graziella e zaini da spalla invece di un equipaggiamento professionale. 40 chilometri, dopo aver viaggiato tutto il giorno, non sono una passeggiata e infatti dopo i primi 20 (durante i quali ci siamo persino persi), Anna era quasi pronta a fermarsi e buttar su la tenda. L'unico argomento a sfavore era la mancanza di acqua per darsi una rinfrescata, che dopo una giornata così calda sarebbe stata una prospettiva piacevole. Alla fine siamo arrivati a Manfredonia dopo le 22, il che significa anche che abbiamo viaggiato lungo la strada principale quando era già buio, con poca illuminazione - una delle cose più stupide che abbiamo fatto durante il viaggio. Ma ci siamo riusciti, abbiamo incontrato il nostro anfitrione, Sharon, in un ristorante dove trascorreva la serata con i suoi amici, abbiamo preso le chiavi di casa e, completamente esausti, siamo andati a dormire poco prima di mezzanotte, con 60 km di saliscendi che ci aspettavano l'indomani.

 

Giorno 2

Abbiamo iniziato relativamente presto la mattina (comunque troppo tardi, come abbiamo scoperto poco dopo, quando il calore ha iniziato a essere insopportabile) con caffè e biscotti a casa della nostra ospite. Lei era già uscita, ma comunque, saremmo tornati a casa sua due giorni dopo, dopo aver visitato il Parco Nazionale del Gargano. Quindi ci ha lasciato usare tutto ciò di cui avevamo bisogno nel suo appartamento e ci ha augurato buona fortuna. Non sapevamo ancora quanto sarebbe stata necessaria ... 60 chilometri in montagna. Pensavamo: dura, ma fattibile. Avevamo programmato di andare su una strada più in basso, con meno saliscendi, ma abbiamo scoperto che c'erano dei tunnel lungo il tragitto che non possono essere attraversati in bicicletta. La strada superiore era l'unica alternativa. L'afa del sud Italia. La graziella senza marce. Ciclisti senza esperienza e poco allenamento. Sì, è stato un inferno. Eppure incantevole, come puoi vedere dalle foto. Per la prima parte della giornata abbiamo persino pensato che ne valesse la pena. Nella seconda parte non abbiamo pensato a nient'altro che ad arrivare dal nostro couchsurfer a Vieste prima delle 19, quando sarebbe andato a lavorare. La prospettiva di aspettarlo fino alla fine del suo turno al ristorante, magari dopo mezzanotte, ci ha dato una bel incentivo. Abbiamo spinto molto, arrivando letteralmente all'ultimo momento. Abbiamo incontrato Luca al cancello, ci ha spiegato in quale casa abita, dove trovare un negozio, la password wifi, ecc. e se ne è andato augurandoci buon riposo. E il riposo era l'unica cosa che sognavamo. A parte la cena. Mangia proteine, dicono, così abbiamo deciso di farci uova e fagioli, che Andrea (eroe!) ha comprato nel negozio vicino e preparato mentre Anna si faceva una doccia e un pisolino sull'amaca tra gli ulivi. Il posto era bellissimo, ma abbiamo deciso di rimandare il giro turistico al giorno successivo, sperando di essere un po' più in forma.

 

Giorno 3

Finalmente una giornata di riposo! È iniziata con caffè e biscotti con il nostro couchsurfer, che poi alle 10 è andato a lavorare, lasciandoci con un sacco di idee su cosa fare e vedere a Vieste. Abbiamo preso le biciclette e siamo andati in una piccola spiaggia isolata, a 5 km dalla città, godendoci l'acqua calda e cristallina, piccole grotte e il poco trambusto, sebbene Vieste sia un luogo turistico. Nel primo pomeriggio siamo tornati in città per fare una piccola passeggiata e incontrare Luca durante la sua pausa tra il turno di pranzo e quello di cena. Ci ha portato in una baia vicina, raccontandoci altre storie su quest'area e sulla sua vita. La sera siamo andati a prendere un aperitivo con Bart e i suoi amici. Anche Bart è un grande viaggiatore, interessato principalmente a festival, rituali e celebrazioni. Diverse volte i nostri cammini si sono quasi incrociati, ma solo questo giorno a Vieste siamo finalmente riusciti a passare insieme una serata. Una serata davvero speciale - il primo turno delle elezioni presidenziali in Polonia, che ci ha fatto concentrare molto sulla politica. Abbiamo condiviso le nostre esperienze di voto per posta dall'estero e abbiamo contato i secondi dall'uscita degli exit poll ...

 

Giorno 4

Ritorno da Vieste a Manfredonia. Sapevamo già quanto fosse difficile, quanto caldo, quanti saliscendi, quindi abbiamo deciso di iniziare presto per essere in grado di fare più km possibile prima della calura pomeridiana. Inoltre, Anna aveva una delle sue lezioni di inglese online alle 13, e volevamo raggiungere Mattinata (40 km da Vieste) per quell'ora, poiché era l'unico posto dove eravamo sicuri di avere una buona copertura telefonica. E sai cosa? Ogni volta che Andrea inizia per tempo succede qualcosa. Non sappiamo come fuzioni, ma arriva sempre all'ultimo momento e se prova a cambiare, qualcosa va storto. Alla prima discesa qualcosa è esploso nella bici di Anna e la sua ruota anteriore è rimasta bloccata. Era il freno anteriore che si è allentato e alla fine è uscito, incastrandosi completamente sulla ruota. Siamo rimasti bloccati in mezzo alla strada cercando il bullone, senza il quale non potevamo ripartire. Ci è voluta una mezz'ora ma per fortuna l'abbiamo trovato. Il problema seguente era trovare gli strumenti per fissarlo: non avevamo nulla che ci permettesse di rimettere il freno in posizione. Poi un camioncino si è fermato e ci ha dato delle pinze dicendo che potevamo tenerle, il che è stata una bella fortuna visto che nei giorni seguenti di tanto in tanto abbiamo dovuto stringere il bullone. Ad ogni modo, siamo stati in grado di continuare, ma abbiamo perso quasi un'ora, il che significa che abbiamo dovuto spingere duro per raggiungere Mattinata in tempo. Siamo arrivati letteralmente 2 minuti prima della lezione. Ci siamo riposati un paio d'ore prima di affrontare gli ultimi 20 km. Senza adrenalina mattutina si sono dimostrati abbastanza difficili. Ancora una volta ci siamo ritrovati a chiederci come diamine siamo finiti in questa situazione. Gli ultimi chilometri in salita li abbiamo potuto affrontare solo a piedi, quindi abbiamo avuto molto tempo per discutere. Ma la conclusione è stata semplice: ci piace usare ciò che è già a disposizione, senza aspettare condizioni migliori, attrezzature migliori, un momento migliore. Non rende le cose facili, ma fa si che accadano. La vita è adesso. Se scopriamo che la bicicletta è diventata la nostra nuova passione, magari investiamo in un mezzo migliore, ma è meglio fare prima un po' di esperienza. Abbiamo iniziato con una gita di un giorno. Ora siamo ad un viaggio di 10 giorni, attraversando montagne e diverse condizioni meteorologiche, ottenendo molte delle risposte che volevamo avere. Alla fine vogliamo essere in grado di prendere qualsiasi bici in qualsiasi paese del mondo, metterci su gli zaini e partire, magari per alcune settimane prima di rivendere la bici in un altro posto. Non credo che passeremo completamente al cicloturismo, ma avere un'opzione in piu è sempre un buon piano.

Alla fine siamo arrivati da Sharon a Manfredonia. Una doccia veloce e ci ha portato in giro per la città. Sulla via del ritorno abbiamo comprato anche cibo per cena. Sharon ci ha insegnato un piatto tipico pugliese, le cozze ripiene. Richiede un sacco di lavoro, ma l'effetto è impressionante. Forse presto troverai la ricetta sul nostro blog. Nel frattempo, goditi le foto!

 

Giorno 5

Siamo passati dalla montagna allo sbiciclettare lungo la costa. Meno pendenze, ma più sole e sicuramente più vento, che si è rivelato la nuova sfida. Il problema con il vento è che soffia sempre nella direzione sbagliata. Almeno, però, non avevamo fretta. Ci siamo presi i nostri tempi, soprattutto attorno alle saline, dove abbiamo trovato una natura meravigliosa e molti fenicotteri! Abbiamo anche iniziato a fare l'abitudine a una lunga siesta, con tanto di pisolino, che ci ha dato l'energia per andare avanti fino a sera. Non abbiamo trovato nessuno che ci ospitasse, quindi abbiamo deciso di dormire in un campeggio. Di solito ci accampiamo dove capita, ma in Puglia non ci sono molti fiumi e rinfrescarsi dopo tutto il giorno in bici era una priorità. La ricerca di un posto adatto ci ha costretto a pedalare più a lungo di quanto programmato quel giorno, ma alla fine abbiamo raggiunto un famoso - e un po' troppo chic - campeggio a Bisceglie, con una splendida vista sul Gargano, spettacolare al tramonto.

 

Giorno 6

Ci siamo svegliati completamente sfatti. La faccia di Anna era rossa e gonfia - il sole e il vento hanno fatto la loro parte. Il nostro piano quel giorno era di raggiungere Bari in bici e da lì prendere un treno per Lecce, dove avremmo incontrato Cristhian. Bari non era poi così lontana, considerando che il giorno prima abbiamo pedalato più del previsto, ma abbiamo deciso di prendercela comoda, regalarci una mattinata lenta, raggiungere Bari in treno e avere tempo per visitare ben bene la città. Abbiamo iniziato con un bagno al mare, combattendo con la stanchezza e cercando di trovare la motivazione per andare verso il centro di Bisceglie. È lì che abbiamo trovato una caffetteria molto carina dove ci siamo fatti una bella colazione. I treni per Bari sono molto frequenti, quindi nel primo pomeriggio eravamo già lì, pronti ad esplorare le stradine strette, piene di sorprese. Abbiamo raggiunto Lecce appena in tempo per la cena: carbonara vegetariana, focaccia di Recco fatta in casa e macedonia di frutta, preparata da I Cuochi Mindful dal Salento!

 

Giorno 7

La giornata è iniziata con una lezione di inglese online di Anna + un'ora di coaching online. Quindi una deliziosa colazione con pasticciotto - dolce tipico leccese - e una lenta passeggiata per la città. Ha fatto talmente caldo che persino camminare all'ombra degli edifici di tufo, costruiti l'uno vicino all'altro per tenere lontano il sole, era al di là delle nostre forze. Di tanto in tanto ci siamo fermati un po' a riposare, osservare una delle tante facciate barocche o a provare qualche altro spuntino pugliese, per esempio il rustico. Nel pomeriggio siamo tornati a casa, che fa parte del progetto di co-dreaming creato da Cristhian. Lo abbiamo incontrato in due diversi corsi Erasmus+ e abbiamo modificato i nostri piani di viaggio per poter partecipare alla prima presentazione del suo libro, avvenuta quel giorno. Cristhian ha trascorso 3 mesi in un insediamento rom in Macedonia, vivendo con loro e condividendone la vita quotidiana, che ha ispirato il suo libro intitolato "Mi hanno rapito gli zingari". Cristhian è anche un cuoco, ideatore di I Cuochi Mindful dal Salento e

Nomad Chef - Wandering Restaurant, che amalgamano la sua passione per la cucina con lo scambio culturale e la ricerca spirituale, e che propone in contesti insoliti, come progetti Erasmus+. Abbiamo provato alcune cose preparate da lui ed erano assolutamente deliziose!

 

Giorno 8

Su consiglio di Cristhian, abbiamo pensato di prendere un treno al mattino presto verso l'estremo sud del Salento, fare un giro da quelle parti e tornare a Lecce per la sera. Una volta alla stazione, però, non ci è stato permesso di entrare in treno con le biciclette, quindi abbiamo dovuto cambiare rapidamente i nostri piani. Abbiamo visto il segnale della Via Francigena (il capitolo italiano di un percorso di pellegrinaggio che collega Canterbury, Roma e Gerusalemme) ed è stato come una chiamata improvvisa. Il percorso serpeggiava tra piantagioni di ulivi e antichi rifugi costruiti con le pietre chiamati Pajare; lontano dalle strade trafficate e al mattino presto, prima del solito caldo, è stato davvero un giro fantastico. Dopo 2 ore ci siamo fermati a fare colazione, poi verso mezzogiorno, quando abbiamo iniziato a perdere di vista i segnali del cammino, abbiamo svoltato ad est verso il mare. In uno dei piccoli villaggi che abbiamo attraversato abbiamo deciso di prendere un caffè leccese - caffè con ghiaccio e latte di mandorle, intenso ma perfetto per questo tipo di tempo -. Essendo gli unici turisti in giro, abbiamo finito per fare due chiacchierare con alcune persone del posto, che ci hanno consigliato dove andare. Stolti noi, non abbiamo seguito immediatamente i loro consigli e invece abbiamo deciso di andare 10 km più a sud ai laghi Alimini, vicino a Otranto. Li ci siamo fermati per pranzo e siesta. Il posto era molto turistico e non tanto impressionante quanto Sant Andrea, la localita' raccomandataci dagli avventori del bar e che abbiamo raggiunto poco dopo. Le rocce e le grotte che sporgono dall'acqua blu sono state una delle vedute più belle che abbiamo incontrato finora. Seguendo la costa dopo alcuni chilometri abbiamo anche raggiunto la Grotta della Poesia, una piscina naturale collegata al mare, un'opera d'arte scolpita dagli elementi. Abbiamo trascorso lì diverse ore e siamo tornati a Lecce appena in tempo per prendere un po' di anguria e unirci al Circolo di Lettura nella biblioteca principale della città. Ogni venerdì un gruppo di persone si incontra per leggere, cantare, creare insieme intorno ad una specifica parola. Questa volta era "gioco". Ogni persona può proporre un frammento di testo, canzone o esibizione collegato a quella parola e condividerlo con gli altri. Questo esempio della vivida vita culturale della città è stato il modo perfetto per chiudere il nostro soggiorno a Lecce.

 

Giorno 9

Doveva essere una giornata facile. Abbiamo trovato un couchsurfer a Brindisi, a soli 40 km da Lecce. Abbiamo deciso di prenderla un po' larga, raggiungere prima la costa e poi seguirla verso nord, ma non erano comunque più di 55-60 km in pianura. Facile, rispetto a quello che avevamo fatto i giorni precedenti, giusto?!? No. C'era un vento così forte che riuscivamo a malapena a muoverci di un centimetro. Abbiamo anche preso un po' di pioggia ed esausti abbiamo raggiunto Brindisi intorno alle 18, molto più tardi del previsto. Volevamo trascorrere del tempo con il nostro couchsurfer - che aveva già piani per la sera - per condividere storie ed esperienze, e c'era molto da condividere! Adeep lavora per l'ONU e ha vissuto in oltre 10 paesi, coinvolto in attività umanitarie. È anche molto attivo nella sfera privata, facendo salsa, bungee jumping, foto e milioni di altre cose! E ha un appartamento molto confortevole dove riposarsi un po'. Avremmo dovuto rimanere solo una notte, ma stremati dopo una giornata impegnativa in bicicletta e affascinati dal nostro anfitrione abbiamo deciso di rimanere un po' più a lungo.

 

Giorno 10

Ci siamo svegliati tardi, ci siamo presi il caffè in terrazza e abbiamo deciso che questo sarebbe stato il nostro ultimo giorno per questo viaggio. Volevamo visitare la città e la mattina seguente tornare verso Fano. Il vento era forte e non avevamo la forza di affrontarlo. In città, mentre camminavamo lungo il porto o le rovine romane, lo sentivamo di meno, ma nella spiaggia rocciosa, dove siamo andati nel pomeriggio, era difficile trovare un posto riparato. Ce la siamo presa comoda, camminando, leggendo e mangiando un po' di cibo locale - ad esempio la focaccia coi pomodori o le orecchiette al pomodoro. La Puglia è nota per la sua cucina semplice ma molto gustosa. Grazie al clima particolare i prodotti del suolo, dai pomodori all'olio d'oliva, sono così buoni che non è necessario fare chissà che per preparare un ottimo pasto.

 

Giorno 11

Questa volta abbiamo dovuto prendere 7 regionali per tornare a casa. Abbiamo iniziato prima delle 7 del mattino, cosi da avere 1,5h per visitare Polignano, un paese costruito su una falesia. Era lunedì mattina presto, quindi abbiamo avuto la possibilità di vedere il luogo, che di solito è pieno di turisti, completamente vuoto. Dopo una deliziosa colazione abbiamo proseguito per Bari, poi Foggia, dove abbiamo incontrato Francesco, che quache anno fa ci hanno aiutato con il primo sito di ExChange the World. Da Foggia c'erano ancora altri 4 treni da prendere, con pause abbastanza lunghe nel mezzo, che hanno reso il viaggio di 16 interminabili ore. Fortunatamente, questa volta tutti i treni hanno accettato le nostre biciclette e dopo le 23, abbastanza stanchi, siamo arrivati a casa.

Cosa abbiamo imparato durante il nostro viaggio spontaneo? Prima di tutto, che è possibile. Che possiamo anche usare il couchsurfing e altre piattaforme inviando richieste all'ultimo momento, non necessariamente due settimane prima. E che tutto sommato tra tutte le piattaforme per homestay, il couchsurfing è ancora quella che funziona meglio, almeno in questa parte del mondo. Quattro persone ci hanno aperto le porte: 2 couchsurfer, 1 di Bewelcome e 1 amico, la maggior parte giovani, persone attive che vivono sole, il che ha senso, considerando la paura connessa alla pandemia. Grazie a questo viaggio abbiamo anche smesso di preoccuparci del fatto che il viaggio zaino in spalla nel modo in cui lo immaginiamo potrebbe non essere possibile per molto tempo. È diverso, forse più difficile, ma non impossibile. Le persone sono disposte ad aprire i loro cuori e le loro case. Inizialmente abbiamo pensato che forse viaggiare non è la cosa più ragionevole da fare in questo momento, ma la verità è che, con la dovuta cura, forse è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno in questa fase. Abbiamo anche riscontrato e notato che una volta che il lockdown è allentato, è difficile mantenere davvero tutte le regole di sicurezza. In un certo senso non c'è via di mezzo. O restiamo chiusi in casa o torniamo alla vita. Per davvero.

 

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