Di tutti i pasti, quello che più mi piace è la colazione. La dice lunga su un dato luogo, cultura, persone, costumi, credenze e stili di vita. Pranzo o cena più o meno si assomigliano tutti, ma la colazione?!? La gamma svaria dai biscotti italiani e i croissant francesi, passa attraverso uova strapazzate polacche o uova saltate con bacon all'Inglese e arriva fino al riso con pesce stile Cambogia e il condimento con otto peperoncini in Thailandia. Ognuno di questi approcci ha una sua logica: 'stomaco pigro appena svegliato che non va intasato da cibo pesante' contro 'la colazione è il pasto più importante, da energia per tutto il giorno'. Certo, non possiamo dimenticarci quelli che non fanno colazione, a volte per scelta, più spesso per necessità. Magari c'è della filosofia dietro, tipo 16 ore di digiuno al giorno, ma di solito un bicchiere di tè - se si e' fortunati – e' quanto necessario per ingannare la fame.
Ma torniamo a quelli che di solito fanno colazione. Si puo' osservare la diversità non solo nella scelta del cibo ma anche nel modo in cui qusto viene mangiato. Vai alla svelta o lentamente, meditative o al volo, celebrando il giorno che nasce o scorrendo mentalmente la lista delle faccende? Da soli o con qualcuno, ti alzi qualche minuto prima per prepararla con calma o ingoi gli avanzi del panino di ieri?
E qual è la differenza tra la colazione normale e quella festiva, quella della domenica? C' e' nella tua cultura l'abitudine di mangiare fuori a colazione, con gli altri? In Polonia sta lentamente diventando possibile, anche se di solito prima delle 10 è difficile trovare un caffè aperto. In Italia, però, questo è il mio modo preferito di celebrare la vita. Cornetto e cappuccino senza fretta, preferibilmente in un angolino soleggiato, lontano dal trambusto. Non sono così entusiasta di cenare fuori. Anche l'aperitivo, benche' interessante come concetto, non mi dà più gioia di una colazione all'italiana. Potrei stare seduta delle ore ad osservare la gente: i camerieri anziani orgogliosi della loro professione, così diversi dagli studentini polacchi che si sbattono per guadagnare qualche soldo. Non c'è contingenza qui, il tempo si è fermato.
Le persone arrivano a ondate. Innanzitutto quelli che corrono al lavoro. Dalle 6 del mattino, chiedono un espresso al banco, magari una brioche, ma in fretta, al volo, la maggior parte dei bar offre prezzi speciali per questo tipo di clienti. Quelli che decidono di sedersi ad un tavolo, contemplando il giorno che sorge, pagano di più.
Quando i giovani si nascondono nei loro uffici, lo spazio appartiene ai piu' anziani. Signore elegantemente vestite, signori con i giornali, iniziano il loro ennesimo giorno di vita senza stress. Forse non c'è nemmeno caffeina nel loro espresso, ma non importa, è solo un'abitudine, un motivo per uscire di casa, una ragione per vivere. Si siedono per ore, condividendo notizie e ricordi, anche se si sono visti non piu' tardi di ieri. Giocano a scacchi e a carte, leggono di politica, controllano i risultati delle ultime partite di calcio. A volte, alcuni turisti persi entrano per ordinare un cappuccino, anche se sono già le 12! Il cameriere li guarda con pietà, è ovvio che non sono del posto. A poco a poco si calmano, si siedono al tavolo, sprofondano nella pace rumorosa di una caffetteria italiana, lasciano che il tempo passi, sono qui e ora. Finalmente.